Articolo a cura dei fisioterapisti di Polimedica con la supervisione del dottor De Rosa, specialista in Fisiatria.
INTRODUZIONE
Il seguente articolo fornisce utili indicazioni sul trattamento del trauma distorsivo della caviglia.
La distorsione alla caviglia è un infortunio molto frequente sia per atleti professionisti sia per sportivi amatoriali. Molti potrebbero aver subito, almeno una volta nella propria vita, un trauma del genere. E magari, spesso, successivamente all’infortunio, aver messo in atto delle procedure “casalinghe” in maniera autonoma che non è detto siano le più corrette.
Ad esempio: subito dopo un infortunio del genere è opportuno utilizzare il ghiaccio? E usare degli anti-infiammatori?
Proseguendo la lettura dell’articolo, le risposte a queste ed altre domande e tutto ciò che c’è da sapere sul trattamento del trauma distorsivo di caviglia.
Tipologie
La distorsione di caviglia è uno dei traumi più comuni dell’arto inferiore e, a seconda del meccanismo che la causa, si può distinguere in:
- Distorsione laterale, con stiramento o lesioni delle strutture legamentose e tendinee laterali della caviglia, come il legamento peroneo-astragalico anteriore (PAA) o i tendini del compartimento laterale (peroneo lungo e peroneo breve);
- Distorsione mediale, con stiramento o lesione delle strutture legamentose e tendinee che si trovano nella parte interna della caviglia, come il legamento deltoideo o i tendini del compartimento mediale (tibiale posteriore, flessore comune delle dita, flessore lungo dell’alluce);
- Distorsione alta, con stiramento delle strutture posteriori e in particolare dell’articolazione tibio-peroneale distale e del legamento tibio-peronale distale. Quest’ultimo tipo di distorsione prevede dei tempi di recupero generalmente maggiori.
Le distorsioni, inoltre, possono essere di primo, secondo e terzo grado. Maggiori informazioni in un altro articolo dedicato all’argomento.
Escludere la presenza di fratture ossee
In qualsiasi caso, subito dopo una distorsione è necessario escludere la presenza di eventuali fratture ossee. Il modo più semplice e veloce per farlo è attraverso l’esame diagnostico della radiografia che, se negativa, consente al medico e al fisioterapista di poter agire più liberamente.
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Ricevere l’informazione giusta al momento giusto può fare la differenza!
LA VISITA FISIATRICA
Esclusa la presenza di fratture ossee, è necessario valutare, tramite visita fisiatrica ed esame ecografico concomitante, la presenza di lesioni delle strutture tendinee e legamentose, visibili solamente tramite tale metodica o con risonanza magnetica.
Contestualmente, il medico fisiatra può effettuare, già durante la visita, un’infiltrazione peritendinea, prescrivere una risonanza magnetica e compilare il Progetto Riabilitativo Individuale, in collaborazione col fisioterapista, per impostare un protocollo fisioterapico atto alla restitutio ad integrum del paziente.
L'intervento fisioterapico
A questo punto, in prima seduta, il fisioterapista valuterà la situazione del paziente attraverso un’anamnesi approfondita ed una valutazione funzionale.
Come ci suggerisce la letteratura scientifica, in caso di trauma ci si dovrebbe affidare al protocollo PEACE & LOVE, acronimo inglese di seguito descritto.
Fase acuta del trauma
- Protection (protezione)
- Elevation (elevazione dell’arto)
- Avoid anti-inflammatories (evitare antinfiammatori e ghiaccio)
- Compression (compressione della zona traumatizzata, attraverso un bendaggio elastico o il taping neuromuscolare a scopo articolare-linfatico)
- Education (educazione del paziente alla problematica)
Giorni successivi
- Load (carico graduale)
- Optimism (ottimismo)
- Vascularization (vascolarizzazione)
- Exercise (esercizio fisico per riprendere la giusta funzionalità)
RICORDA
Nei primi giorni successivi al trauma, il dolore è un tuo alleato, in quanto ti avvisa (facendo da campanello d’allarme) se stai eseguendo dei movimenti che potrebbero mettere ulteriormente a rischio le strutture che hanno subito il trauma.
È questo il motivo per cui il protocollo PEACE & LOVE sconsiglia l’uso di antinfiammatori e del ghiaccio. Tuttavia, ogni caso è a sé stante e, paziente per paziente, il medico fisiatra e il fisioterapista collaborano per escogitare la soluzione più adatta.
Professionalità Polimedica
Affidandoti al team di professionisti Polimedica, verrai guidato verso il piano di trattamento e gli esercizi più consoni a te e alla tua condizione clinica, modificando ciò che è necessario dei protocolli guida, per garantirti un recupero che sia il più veloce possibile. Il tutto con una metodologia multidisciplinare in cui la collaborazione da parte di diverse figure professionali, assicura un approccio terapeutico completo e ultra specialistico.
Bibliografia di riferimento
[1] Dubois B, Esculier JF. Soft-tissue injuries simply need PEACE and LOVE. Br J Sports Med. 2020 Jan;54(2):72-73. doi: 10.1136/bjsports-2019-101253.
[2] Bonavita V, De Simone R. Pain as an evolutionary necessity. Neurol Sci. 2011 May;32 Suppl 1:S61-6. doi: 10.1007/s10072-011-0539-y.
[3] Walters ET, Williams ACC. Evolution of mechanisms and behaviour important for pain. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2019 Nov 11;374(1785):20190275. doi: 10.1098/rstb.2019.0275.
Articolo realizzato con la supervisione del dott. Riccardo De Rosa
Medico chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa, con esperienze formative e professionali in Italia e all’estero.
Direttore Tecnico del Polo sanitario “La Filanda” di Sarno (SA) e consulente professionale del Centro “CE.FI.SA.”.