Articolo realizzato a cura della redazione del sito di Polimedica Melfi con la supervisione dei nostri medici specialisti.
INTRODUZIONE
Bambini sempre più miopi e sempre più precocemente. Negli ultimi 60 anni il tasso di miopia tra i bambini è raddoppiato.
È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Ulster University, in Irlanda del Nord, coordinati da Kathryn Saunders, secondo cui:
La causa della diffusione di questo disturbo visivo sarebbe la carenza di luce solare.
Percentuali in aumento
Nel corso della ricerca, gli autori hanno scoperto che il 23% dei ragazzini britannici dell’età di 12-13 anni soffre di miopia, mentre nel 1960 la percentuale si fermava al 10%. Secondo gli esperti, la maggiore diffusione di questo disturbo sarebbe dovuta all’abitudine di giocare dentro casa anziché all’aria aperta.
Negli ultimi decenni, infatti, i bambini tendono a trascorrere il tempo libero guardando la televisione o utilizzando il computer, in ambienti che, pur illuminati dalla luce artificiale, risultano bui rispetto all’esterno.
La luce solare risulta fondamentale per il benessere visivo perché favorisce la produzione di vitamina D, che protegge la vista, e di dopamina – un neurotrasmettitore che viene rilasciato nella retina quando il nervo ottico viene raggiunto dalla luce del sole -che aiuta l’occhio a svilupparsi in modo sano.
“Abbiamo constatato che la miopia si sviluppa a partire dai 6-7 anni di età, probabilmente prima rispetto a quanto accadeva nel 1960 – spiega Kathryn Saunders, l’autrice dello studio -. Questo disturbo si presenta precocemente rispetto al passato ed è sempre più diffuso”.
Per quanto riguarda i neonati è il pediatra a valutare la necessità o meno di rivolgersi ad uno specialista in oftalmologia. L’importanza di tale visita è motivata dalla ricerca di eventuali anomalie anatomiche o alterazione della motilità oculare e della trasparenza dei mezzi diottrici (cornea e cristallino), che, se riconosciuti in tempo e trattati adeguatamente, non creano deficit gravi nel futuro oftalmologico del bambino. Così come il cosiddetto “occhio pigro” (amblioplia) che se diagnosticato in tempo può essere agevolmente corretto.
Nei primi 6 anni di vita ad ogni modo è consigliabile effettuare almeno una visita all’anno.
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