Articolo a cura del dr.ssa Emanuela Simonetti, fisioterapista, con la supervisione del dottor De Rosa, specialista in Fisiatria.
INTRODUZIONE
Una delle armi che il fisioterapista possiede per trattare diversi problemi muscoloscheletrici è quella degli Esercizi di Neurodinamica.
Come dice il nome stesso, si tratta di tecniche basate sulla mobilizzazione di strutture nervose (neuro= sistema nervoso; dinamica= movimento) coinvolte nella sintomatologia del paziente.
Prima di approfondire le tecniche di neurodinamica adottate dal fisioterapista, è opportuno rispondere ad alcune domande:
- Cosa sono i nervi?
- Cosa fanno?
- Com’è possibile riconoscere la sintomatologia proveniente dal tessuto nervoso?
Proseguendo la lettura dell’articolo, tutto ciò che c’è da sapere sui nervi, su come agiscono le tecniche neurodinamiche e su i diversi tipi di esercizi neurodinamici.
I nervi
I nervi sono delle strutture filiformi elastiche che originano dal Sistema Nervoso Centrale (encefalo e midollo spinale) e costituiscono il Sistema Nervoso Periferico (SNP).
Il SNP comprende:
- 12 paia di nervi cranici (di cui 2 paia sono in realtà appartenenti al SNC, il nervo ottico e l’olfattivo) che originano dalla porzione di tessuto nervoso che unisce il cervello al midollo spinale (tronco encefalo);
- 31 paia di nervi spinali che originano dal midollo spinale.
La funzione dei nervi
La loro funzione può essere quella di trasportare gli impulsi provenienti dal SNC ai tessuti periferici (nervi motori), o viceversa (nervi sensitivi) o entrambe (nervi misti).
Anche i nervi, come quasi tutti i tessuti del corpo, hanno bisogno di sangue. I nervi, infatti, posseggono i “vasa nervorum”: un sistema di vasi sanguigni necessario per il trofismo del nervo.
Dolore neuropatico
Quando i nervi sono limitati nei movimenti possono andare incontro a una sofferenza che si manifesta con la tipica sintomatologia nervosa chiamata dolore neuropatico:
- formicolii,
- sensazione di addormentamento dell’arto,
- scosse,
- bruciore.
Più è grave la sintomatologia, maggiore è la sofferenza del nervo.
Inoltre, se si lascia passare troppo tempo, il tessuto nervoso perde, man mano, la sua capacità di trasmettere segnali in entrata (diretti al SNC) e in uscita (diretti ai muscoli), causando una riduzione sia della sensibilità cutanea che della forza muscolare.
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IMPORTANTE
Il Fisiatra è il medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa; è il principale attore del progetto riabilitativo individuale.
Prima di iniziare il programma fisioterapico post-intervento, è necessario effettuare una visita fisiatrica, propedeutica per valutare la perdita di funzione da parte del paziente e valutare le strategie più opportune per una efficace restitutio ad integrum (ovvero guarigione) del paziente.
Tecniche neurodinamiche
Attraverso una valutazione del tessuto nervoso,
il fisioterapista sarà in grado di identificare le strutture nervose che necessitano di un trattamento.
Ciò è possibile grazie anche all’anamnesi, fondamentale nel permettere al terapista di riconoscere se i sintomi siano correlati a disfunzioni del sistema nervoso.
Una volta identificati i nervi dai quali originano i sintomi, il fisioterapista userà delle tecniche di neurodinamica specifiche per mobilizzarli, in modo da aiutarli a riprendere la normale elasticità e a ridurre la causa del ridotto apporto sanguigno (contrattura, edema, infiammazione, ecc.).
Tipi di mobilizzazioni nervose
Ci sono 2 tipi di esercizi neurodinamici:
- Esercizi di scivolamento nervoso (slider), in cui la parte iniziale e terminale del nervo si mobilizza nella stessa direzione senza causare un aumento di tensione nel nervo stesso, migliorando quindi lo scivolamento nervoso tra i muscoli e le strutture che lo circondano;
- Esercizi di tensionamento nervoso (tensioner), in cui la parte iniziale e terminale del nervo si mobilizza in direzioni opposte, aumentando la tensione all’interno del nervo.
ATTENZIONE: l’obiettivo della seconda tecnica non è di allungare il nervo, bensì di ridurre la sua sensibilità all’allungamento e di migliorare le sue caratteristiche reologiche (ovvero: come un corpo reagisce a una forza impressa su di esso).
Principali indicazioni d’uso
Tra le principali indicazioni all’uso di questo tipo di tecniche ci sono:
- sindrome del tunnel carpale (clicca qui per un interessante articolo sull’argomento),
- sindrome dello stretto toracico,
- sindrome da intrappolamento del n. ulnare nel canale di Guyon,
- sindrome del tunnel tarsale,
- formicolii notturni,
- bruciore,
- scosse improvvise,
- ridotta sensibilità,
- sindromi radicolari,
- ecc.
LO SAPEVI CHE
I sintomi della sofferenza nervosa sono molto comuni durante la notte e possono essere tanto fastidiosi da costringerti a svegliarti.
Si tratta di una conseguenza fisiologica della patologia!
Infatti, durante la notte si riduce la pressione sanguigna e il flusso sanguigno intraneurale, rendendo ancora più difficile per il nervo riuscire a ottenere il giusto apporto di sangue e sostanze nutritive.
Questo è il motivo per cui, durante la notte, il formicolio e il dolore si accentuano: è il tessuto nervoso che fa suonare l’allarme perché qualcosa non va come dovrebbe!
Professionalità Polimedica
Chi si rivolge alla Polimedica verrà seguito in tutto il percorso da uno staff composto da diversi professionisti che, collaborando fra di loro, possono offrire un approccio terapeutico completo e ultra specialistico.
A cura della dr.ssa Emanuela Simonetti
Dottoressa in fisioterapia, laureata con lode.
Giovane fisioterapista molto preparata, spesso affianca i nostri ortopedici e fisiatri collaborando nella realizzazione del piano di riabilitazione e di intervento fisioterapico.
Con la supervisione del dott. Riccardo De Rosa
Medico chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa, con esperienze formative e professionali in Italia e all’estero.
Direttore Tecnico del Polo sanitario “La Filanda” di Sarno (SA) e consulente professionale del Centro “CE.FI.SA.”.