Articolo realizzato a cura della redazione del sito di Polimedica Melfi con la supervisione dei nostri medici specialisti.
INTRODUZIONE
Le distorsioni della caviglia costituiscono il 15% di tutti gli infortuni negli atleti e un trauma frequente anche nei soggetti che praticano attività sportiva a livello amatoriale. Sono più frequenti nel basket, nella pallavolo, nel calcio e nella danza.
In Polimedica stiamo cercando di offrire e di studiare un approccio che permetta il miglioramento del paziente nel minor numero di sedute possibile. I pazienti che scelgono l’area Physio Specialist usufruiranno delle migliori prestazioni fisioterapiche disponibili presso il nostro centro fisioterapico di Melfi.
Qui a Melfi, nell’area fisioterapica, abbiamo a disposizione le professionalità e la strumentazioni adatte sia in fase di approfondimento diagnostico dei problemi legati alla caviglia, sia per ciò che concerne il trattamento della distorsione in fase acuta (riduzione del dolore e del gonfiore), per poter così proseguire il recupero attraverso un percorso completo di fisioterapia mediante l’utilizzo di metodiche e attrezzature opportune, adattando la terapia ad ogni singolo caso.
In questo articolo descriviamo in particolar modo le tipologie di distorsione della caviglia, il percorso diagnostico e le conseguenze dovute ad un trauma di questo tipo.
Per noi la fisioterapia è una vera e propria passione, non solo un lavoro, e ci auguriamo di riuscire ad informarti in modo chiaro e trasmettere un po’ di questa passione.
A fine pagina puoi lasciare anche un commento, i nostri fisioterapisti saranno felici di rispondere alle tue domande!
Possibili cause
Quando parliamo di un problema così frequente nella popolazione come la distorsione di caviglia, dobbiamo immaginare un grande numero di fattori di rischio e possibili cause collegate ad essa:
- Errori e alterazione dell’appoggio del piede, specialmente durante la camminata o la corsa
- Ipotonia dei peronei e altri squilibri muscolari locali
- Mantenimento di posture scorrette e problematiche posturali
- Deficit e alterazione dei sistemi propriocettivi
- Sovrappeso e obesità
- Calzature non adatte alla conformazione del piede, allo stile di camminata o corsa
- Irregolarità del terreno e ostacoli fisici
In ambito sportivo possiamo annoverare come situazioni ad alto rischio anche gli atterraggi dopo un salto, i contrasti fisici, un allenamento non adatto alla condizione fisica, un riscaldamento non adatto.
Traumi distorsivi di caviglia vengono spesso sottovalutati, causando, specie nel soggetto sportivo, conseguenti “dispiaceri”. Infatti la caviglia è un’insieme di articolazioni molto importanti poiché giocano un ruolo importante nell’azione di appoggio del piede con il suolo.
La maggior parte dei pazienti recupera completamente, ma nel 20-40% si sviluppano postumi a lungo termine come dolore, tumefazione e instabilità cronica.
Tipologie
Possiamo distinguere tre diversi tipi di trauma distorsivi in: inversione, eversione, dorsiflessione. Per approfondire leggi un altro interessante articolo dedicato all’argomento.
La prima tipologia risulta essere la più frequente (circa 85/90% dei casi) per una serie di motivi anatomo-funzionali e pertanto ci focalizzeremo su di essa.
Articolazione della caviglia o tibiotarsica si stabilisce tra l’epifisi distale ed il malleolo mediale della tibia e il malleolo laterale della fibula e la troclea dell’astragalo. I mezzi di unione sono dati dalla capsula articolare rinforzata da robusti legamenti collaterali che riducono i movimenti di lateralità.
I tre componenti principali del complesso legamentoso laterale sono il legamento astragalo-peroneale anteriore (LAPA), il legamento calcaneo-peroneale (LCP) e il legamento astragalo-peroneale posteriore (LAPP)
La distorsione riconosce come meccanismo etiopatogenetico un trauma in supinazione-adduzione, con spostamento/inclinazione verso l’interno dell’ astragalo nella troclea tibio-fibulare e scarsa componente rotazionale. Come verificato da Lauge-Hansen il meccanismo può essere così scomposto:
- a) il piede è fisso al suolo in supinazione ed in genere in lieve equinismo;
- b) la persona perde il controllo della sua posizione e forza in fuori la gamba, provocando uno spostamento forzato dell’ astragalo verso l’ interno, insieme ad una forte inclinazione.
Distorsione di primo, secondo e terzo grado
Nella distorsione di grado 1, o distorsione leggera della caviglia, il legamento viene solo stirato e non compaiono rotture macroscopiche; è presente una modesta tumefazione o dolorabilità, il danno funzionale è assente o minimo e non compare instabilità articolare. Nella distorsione di grado 2, o moderata, vi sono una parziale rottura del legamento con moderata tumefazione e dolorabilità, una certa perdita della funzione articolare e una lieve instabilità. Nella distorsione di grado 3, o grave, vi è una rottura completa dei legamenti (LAPA e LCP) con tumefazione, ecchimosi e dolorabilità, incapacità di sostenere il peso sull’arto e instabilità meccanica dell’articolazione.
Di competenza dello specialista (Ortopedico o Fisiatra), è la diagnosi qualitativa della lesione che deve mirare all’esatto riconoscimento delle strutture anatomiche lesionate, alla individuazione dell’entità del danno capsulo-legamentoso, alla previsione della stabilità futura della lesione nonché alla identificazione di eventuali patologie associate.
L’anamnesi è fondamentale e deve essere sempre la più accurata possibile.
Può risultare necessario l’effettuazione di alcune indagini strumentali per avere un quadro realistico e accurato.
Un esame radiografico standard nelle due proiezioni ortogonali deve essere sempre eseguito in tutte le distorsioni di caviglia allo scopo di escludere la presenza di fratture.
Le radiografie “dinamiche” vanno invece effettuate tutte le volte che l’indagine clinica pone il sospetto di grave lesione legamentosa con instabilità. Le radiografie sotto stress consistono nell’adottare tecniche funzionali finalizzate alla realizzazione di immagini correlabili alla realtà anatomo-patologica.
L’ecografia capace di fornire informazioni abbastanza accurate circa l’estensione e la sede delle lesioni legamentose acute, non sembra ancora in grado di evidenziare parametri funzionali precisi come nel caso delle radiografie dinamiche.
La tomografia assiale computerizzata (TAC) è sicuramente molto utile nella individuazione delle fratture osteocondrali del domo astragalico, che se non riconosciute possono, con il tempo, essere responsabili di rilevanti disturbi funzionali.
La risonanza magnetica è l'indagine elettiva
La risonanza magnetica nucleare (RMN) è l’indagine strumentale elettiva per la valutazione del danno legamentoso e per la dimostrazione di eventuali lesioni osteocondrali associate; risulta, inoltre, particolarmente indicata nello studio dell’articolazione sotto astragalica la cui valutazione clinica è in genere assai difficile.
Le lesioni capsuloligamentose della tibio-tarsica guariscono in genere favorevolmente col riposo ed il trattamento conservativo. Se tuttavia nel soggetto infortunato preesiste una iperlassità congenita, la lesione subita può evolvere verso una cicatrice insufficiente. Esistono due tipi d’insufficienza con conseguente instabilità:
- l’ instabilità funzionale intensa come alterazione neurosensoriale dei meccanismi automatici di controllo dell’ equilibrio, che passano per un arco diastaltico semplice analogo ai riflessi osteotendinei.
- l’ instabilità meccanica, intensa come una dimostrabile elongazione dei legamenti, cui consegue una diminuita’ congruenza tibio-talare in caso di sollecitazione forzate, in avanti ed in varismo forzato.
Ogni lesione legamentosa richiede la riabilitazione altrimenti il rischio di instabilità e dolore cronico diventa elevato.
Nelle distorsioni di grado II e III la riabilitazione richiede 3 fasi.
Queste tre fasi meritano un approfondimento a parte e ne parlerò nel prossimo articolo che pubblicherò sul sito di Polimedica. Per il momento e tutto e ti ricordo che se hai domande da fare riguardo le distorsioni della caviglia, sono a tua disposizione.
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