INTRODUZIONE (a cura dello staff della redazione)
Le malattie cardiovascolari, fra le patologie non trasmissibili, sono la prima causa di morte prematura nel mondo. Un primato che rischia seriamente di amplificarsi per motivi sia diretti che indiretti legati al Covid-19 e che dovrebbe destare forti preoccupazioni non solo fra i cardiologi.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Annamaria Coppa, specialista in cardiologia della Polimedica Melfi, di spiegarci perché la situazione è così preoccupante e cosa si può fare per cercare di ridurre i rischi per la propria salute, soprattutto per chi ha avuto il covid. Di fornirci pertanto un quadro sintetico in merito alla correlazione tra la pandemia e le malattie cardiache.
La dottoressa Coppa opera presso l’Ambulatorio di Cardiologia di Polimedica, sia in accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale che in modalità privata. Qui vengono svolti prestazioni e servizi specialistici come visite cardiologiche, oltre a vari esami diagnostici.
Chiunque abbia una prescrizione per un elettrocardiogramma o un ecocolordoppler e cerca una struttura accreditata SSN in provincia di Potenza, Avellino o Foggia può affidarsi a Polimedica Melfi.
Nel 2021, oltre 50 mila persone hanno deciso di fidarsi di Polimedica, dei suoi medici, della sua organizzazione e delle brevi liste di attesa per visite, esami e terapie. Contattaci telefonicamente allo 0972.236881 per prenotazioni e informazioni.
Proseguendo la lettura dell’articolo, sono spiegati i perché dell’aumento delle problematiche dovute alle patologie cardiovascolari e il giusto percorso da seguire in caso di sintomi successivi alla fase acuta da infezione Covid-19.
Articolo a cura della dott.ssa Annamaria Coppa, medico cardiologo
Crescita causata dalla pandemia
I motivi che stanno portando e porteranno ad un’impennata di mortalità e, in altri casi, a situazioni di disabilità, sono distinguibili in tre gruppi.
Motivi diretti
I RISCHI PER L’APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
Uno studio pubblicato su “Nature Medicine” condotto su più di 150.000 pazienti guariti dal Covid-19 confrontati con oltre 5 milioni di controlli sani ha dimostrato che, dopo il contagio, il rischio di patologie cardiovascolari aumenta significativamente, anche in chi ha meno di 65 anni senza fattori di rischio come obesità o diabete. È stato dimostrato che i pazienti guariti dal Covid hanno il 52% di probabilità in più di ictus. E il pericolo di scompenso cardiaco aumenta del 72%.
Dopo il contagio, il rischio di patologie cardiovascolari aumenta significativamente. Sia in caso di pazienti con problematiche cardiache pregresse, sia in caso di pazienti sani,
il Covid-19 potrebbe generare conseguenze negative per l’apparato cardiocircolatorio.
Motivi semi-diretti
MINORI CONTROLLI E CURE
Da una recente indagine condotta dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC) in 45 ospedali a cavallo tra il 2021 e il 2022: il 68% dei centri ha ridotto i ricoveri programmati dei pazienti cardiopatici, il 50% ha diminuito l’offerta degli esami diagnostici e il 45% ha tagliato le visite ambulatoriali. Il 22% ha dovuto addirittura ridurre i posti letto in terapia intensiva cardiologica (UTIC), mentre il 18% degli ospedali ha diminuito il personale medico in UTIC e il 13% quello infermieristico.
Il numero di prestazioni e servizi sanitari si è ridotto notevolmente.
Che si tratti di mancata efficienza della sanità italiana (con grandi differenze tra nord e sud) nel rispondere in modo adeguato alle varie ondate di pandemia, o che sia la paura del paziente nell’andare in luoghi ritenuti “più rischiosi”, le cure e i controlli sono diminuiti. Ciò vale sia per chi ha avuto il covid sia per chi non l’ha avuto, sia per i pazienti con problematiche cardiache pregresse, sia per i pazienti sani.
Motivi indiretti
PEGGIORAMENTO DEGLI STILI DI VITA
In una recente intervista, Ciro Indolfi, Vicepresidente della Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi ha affermato che nel 2021, è stato registrato oltre un milione di fumatori in più rispetto al passato e che il 44% dei cittadini è aumentato di peso. Inoltre, si sono registrati incrementi del 23,6% fra i maschi e del 9,7% delle femmine del consumo eccessivo di alcol.
Nel 2021, è cresciuto il numero di fumatori, di chi consuma alcol e di chi è aumentato di peso.
Il Covid-19, e tutti i suoi risvolti dal punto di vista psicologico e sociale, ha cambiato, peggiorando, molti stili di vita e, di conseguenza, questo ha portato effetti negativi per la salute.
PASC (Sequele Post Acute da Sars-Cov-2)
Il cosiddetto Long Covid può avere effetti sull’apparato cardiocircolatorio. A dodici settimane dal termine della fase acuta, diversi pazienti hanno avvisato sintomi che sono collegabili a quello che oggi è stato classificato come una patologia: dolore al petto, palpitazioni e alterazioni del battito ma anche stanchezza e difficoltà respiratorie sono sintomi associabili al PASC (Sequele Post Acute da Sars-Cov-2, sequele dopo un’infezione da Sars-CoV-2).
Approfondimento
- Si parla di Pasc-Cvd quando, dopo aver eseguito test diagnostici, viene individuata una patologia cardiovascolare a tutti gli effetti.
- Si parla di Pasc-Cvs o sindrome Pasc cardiovascolare quando, invece, successivamente ad esami diagnostici standard non viene identificato una malattia cardiovascolare vera e propria, ma sono rilevati sintomi tipici come: tachicardia, intolleranza all’esercizio, dolore toracico e mancanza di respiro.
Mai sottovalutare nessun sintomo
Non bisogna mai sottovalutare nessun sintomo che compare e perdura dopo 4 o più settimane dalla guarigione da Covid-19. Sappiamo che il virus ha effetti negativi sull’apparato cardiovascolare, per questo è importante subito individuare se c’è qualcosa che non va.
Follow-up cardiologico
Il paziente che ha avuto il Covid-19 “importante” deve fare una visita di controllo a dodici settimane dal termine dell’infezione anche se non ci sono sintomi.
Mentre per il paziente che ha sintomi persistenti diventano necessari anche esami successivi, a sei mesi e oltre (in base anche ai risultati dei primi).
È utile, dunque, continuare a monitorare la situazione finché il problema non si risolve.
Professionalità Polimedica
Controllo e monitoraggio in caso di infezione da coronavirus, successivamente alla fase acuta, diviene una regola fondamentale, soprattutto per alcuni pazienti.
Presso la Polimedica di Melfi, struttura di riferimento al Sud Italia, che offre un’assistenza sanitaria specialistica a 360 gradi in oltre 25 branche mediche, è possibile effettuare visite e tutti gli esami cardiologici di primo livello entro pochi giorni dalla prenotazione, anche in accreditamento con il SSN.
Articolo a cura della dott.ssa Coppa
Cardiologa con anni di competenza ed esperienza alle spalle, già responsabile del reparto di Cardiologia con annesso laboratorio di Elettrofisiologia della casa “Spatocco” di Chieti e dell’ambulatorio dell’Ipertensione presso la casa di cura “Pierangeli” di Pescara, entrambe strutture del gruppo Synergo.
La dottoressa vanta anni di attività presso diverse strutture sanitarie abruzzesi e dal 2020 opera presso Polimedica dove riceve pazienti sia in accreditamento col Servizio Sanitario Nazionale che privatamente, effettuando visite specialistiche cardiologiche ed esami diagnostici.
Esperta di cardiologia clinica, valutazioni cardiologiche pre-operatorie per il giudizio di operabilità e per la stima del rischio operatorio, esegue elettrocardiogrammi, ecocardio e test ergometrici.