Articolo realizzato a cura della redazione del sito di Polimedica Melfi con la supervisione dei nostri medici specialisti.
INTRODUZIONE
Il dolore cervicale affligge il 40-50% della popolazione generale ogni anno. Molto spesso il dolore acuto viene trascurato o non viene trattato in maniera adeguata, degenerando quindi in dolore cronico.
Ti parlereremo della cervicalgia, iniziando a descriverne i sintomi, le cause e i principali trattamenti. Nel corso del tempo pubblicheremo altri articoli che riguardano la cervicalgia e le cervicopatie, approfondendo sempre più la tematica. Fornirermo consigli che riguardano la prevenzione e descriveremo i vari interventi fisioterapici che si applicano in base alla condizione dei pazienti e al tipo di problema.
Perché ogni caso è una storia a sé stante e, benché a diagnosi d’ingresso simili si applichino i medesimi protocolli terapeutici validati dalla ricerca scientifica, è importante da parte del fisioterapista valutare bene il caso in questione e capire come adattare la terapia tenendo conto di tutte le variabili relative al singolo paziente.
Informare per prevenire
Abbiamo deciso di parlare di tutto ciò per un motivo ben preciso.
Molto spesso capitano dei pazienti, anche giovani, con problemi alla cervicale (a volte molto seri) dovuti a una tardiva presa in carico del paziente. Situazioni temporanee, che trattate per tempo si sarebbero risolte facilmente, vengono purtroppo spesso sottovalutate, portando così ad una cronicizzazione del dolore e a problemi di limitazione funzionale dei movimenti che peggiorano la qualità della vita e del proprio benessere psicofisico.
Mediante questi articoli l’intento è quello di fare informazione e, pertanto, prevenzione. Anche se una sola persona alla fine, grazie a questi interventi, deciderà di rivolgersi per tempo ad un fisiatra per una visita e non peggiorare la propria condizione di salute, noi saremo contenti.
Il fenomeno
Con il termine cervicalgia si definisce un generico dolore localizzato nella zona del rachide cervicale (tra C1 e C7).
Può presentarsi come dolore improvviso o progressivo, che può durare fino a 3 mesi (ACUTO) o protrarsi oltre i 3 mesi (CRONICO).
Il dolore parte dal collo e da lì si irradia alle spalle (muscoli trapezi) e, nei casi più gravi, alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti.
Il dolore cervicale affligge il 40-50% della popolazione generale ogni anno.
“Il 15% della popolazione farà l’esperienza di dolore cronico cervicale (oltre 3 mesi) in qualche periodo della propria vita” (Australian Acute Musculoskeletal Pain Guidelines Group. Evidence-based management of acute musculoskeletal pain. Brisbane: Australian Academic Press; 2003).
La prevalenza raggiunge il picco nell’età adulta e le donne ne sono affette in misura maggiore rispetto agli uomini.
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Ricevere l’informazione giusta al momento giusto può fare la differenza!
Le cause
La cervicalgia può essere scatenata da un insieme di cause particolarmente numerose ed eterogenee.
Tra tutte:
- posture mantenute
- spasmi muscolari
- postura scorretta
costituiscono gli elementi eziopatologici maggiormente coinvolti.
A queste si aggiungono:
- colpi di frusta (incidenti automobilistici)
- ernie cervicali
- ipercifosi dorsale
- iperlordosi lombare
- osteofiti
- spondilosi
- sport ad alto impatto.
I sintomi
Molto spesso il dolore acuto viene trascurato o non viene trattato in maniera adeguata, degenerando quindi in dolore cronico.
“Alla guida non riesco a guardare indietro per fare retromarcia”
Nelle fasi iniziali la maggior parte dei pazienti lamenta difficoltà nei movimenti del rachide in rotazione, in inclinazione e dolore localizzato che spesso si irradia in zona occipitale e alle spalle.
A questi sintomi possono associarsi anche cefalee e vertigini, formicolii e parestesie degli arti superiori.
Riscontri clinici comunemente associati a dolore cervicale sono: diminuito range del movimento cervicale, aumentata affaticabilità e diminuite soglie del dolore alla pressione nei muscoli cervicali.
Comorbidità come ansia, depressione e mal di schiena possono indicare condizioni cliniche più gravi.
All’esame obiettivo si rileva una contrattura con dolore alla palpazione delle masse muscolari paravertebrali e alla pressione sulle vertebre.
Fisiatri, ortopedici, neurochirurghi, fisioterapisti e neurologi lavorano in equipe per inquadrare bene il caso clinico e trovare la terapia più adeguata alle tue esigenze.
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Il fisiatra come specialista
In genere, se non ci sono indicazioni chirurgiche, è il fisiatra lo specialista da cui essere visitato.
È possibile prenotare una visita fisiatrica sia in accreditamento col Servizio Sanitario Nazionale (ovvero visita mutuabile) che privatamente.
Sei tu a scegliere!
Le indagini strumentali che permettono di diagnosticare una cervicalgia sono rappresentate da radiografia e risonanza magnetica nucleare: il quadro radiografico può mostrare tutti i gradi della degenerazione artrosica con possibile irregolarità del profilo delle articolazioni posteriori, presenza di osteofiti, restringimento dei canali di coniugazione e discopatie. È molto utile anche nell’evidenziare una verticalizzazione del tratto cervicale o, in casi più gravi, una inversione della fisiologica lordosi cervicale. L’entità delle alterazioni riscontrate nelle radiografie, però, spesso non è in rapporto con l’intensità della sintomatologia dolorosa. In ogni caso il problema non deve essere assolutamente sottovalutato perché una patologia del tratto cervicale può avere ampi effetti e conseguenze di una stessa patologia lungo il tratto dorsale o lombare.
La risonanza magnetica è utile per disordini specifici come mielopatie e per pazienti con gravi traumatismi, ma è di valore limitato per la maggior parte dei disordini dolorosi cervicali. I tests di provocazione manuale sono utili per determinare la presenza di compressione della radice nervosa.
I trattamenti
Il trattamento della cervicalgia è estremamente soggettivo ed individuale.
Di estrema importanza sono i trattamenti manuali quali massoterapia e chinesiterapia. Quest’ultima viene praticata con manovre di “pompage” del tratto cervicale in decubito supino, presa di coscienza e correzione della postura, esercizi attivi in posizione seduta.
Al trattamento può essere associata della terapia strumentale antalgica (T.E.N.S., diadinamiche), laserterapia, ultrasuonoterapia, irradiazione infrarossa.
Molto utile si è dimostrata la tecarterapia, che permette di ottenere risultati ottimali e in tempi più brevi perché associa alla terapia manuale un flusso energetico che attraversa i tessuti interessati, generando un effetto diretto a livello cellulare.
Per il momento ci fermiamo qui, ci auguriamo che l’articolo ti sia stato utile e di essere stati sufficientemente chiari, se hai bisogno di altre informazioni o hai domanda da fare, puoi lasciare un commento sotto a questo articolo, oppure contattarci.
Ho sofferto molto da cervicale è sono stata aiutata moltissimo da Polimedica a togliermi questo dolore! Il personale e molto accogliente e praticamente di mestiere! Grazie veramente!
Grazie mille per la sua testimonianza e la sua fiducia