INTRODUZIONE (a cura della redazione)
Se sei su questa pagina probabilmente sei interessato ad approfondire le questioni legate all’allergia al nichel: come riconoscere i sintomi, da chi bisogna andare in caso di sospetta allergia, quali sono gli alimenti vietati, insomma come comportarsi nel caso tu o qualcuno in famiglia sia allergico a questo metallo. Alcuni dei dubbi più frequenti riguardano proprio l’ambito alimentare, ovvero i cibi che contengono maggiori quantità di nichel, come evitare di assumere troppo nichel e come cucinare le pietanze per ridurre le contaminazioni.
Ovviamente qui non è possibile trattare in modo estremamente completo tutto l’argomento, tuttavia ci auguriamo che in questo articolo tu possa trovare le risposte alle tue domande, risolvere eventuali dubbi e scoprire nuove informazioni utili. Ricordiamo che, ad ogni modo, è sempre meglio rivolgersi a personale medico qualificato, che possa valutare con attenzione la condizione clinica generale, poiché ogni persona è un caso a sé stante.
Evitare il fai da te è importante perché, come scoprirai se leggerai tutto l’articolo fino in fondo, si possono correre dei rischi per la salute.
I suggerimenti del nutrizionista
(paragrafo a cura delle redazione del sito di Polimedica Melfi)
Si sente parlare spesso di allergia al nichel, ma di cosa si tratta realmente e quali sono i rischi?
Sono circa 18 milioni gli italiani che soffrono di allergia al nichel, ovvero il 32% della popolazione. Chi soffre di questo disturbo sono in prevalenza le donne (il triplo rispetto agli uomini).
Frequentemente si fa molta confusione riguardo alle allergie e alle intolleranze alimentari, a volte non sappiamo nemmeno con sicurezza a chi bisogna rivolgersi, quali test fare per avere una diagnosi attendibile e, soprattutto, come comportarsi una volta scoperta l’allergia.
Perciò abbiamo chiesto alla dottoressa Caterina Mastrogiacomo, nutrizionista della Polimedica di Melfi, di chiarire alcuni aspetti importanti riguardo a questo tipo di allergia, soprattutto relativamente all’alimentazione che, ricordiamo, rappresenta l’approccio terapeutico principale per ciò che concerne questo particolare problema.
Bisogna fare riferimento innanzitutto al proprio medico di famiglia o pediatra che, in caso di sospetta allergia, ci potrà indirizzare a seconda dei casi da un allergologo, da un immunologo, da uno pneumologo, da un gastroenterologo o, come spesso capita nel caso dell’allergia al nichel, dal dermatologo, poiché in genere il primo sintomo e il più evidente nel suo manifestarsi, è la dermatite da contatto.
L’allergia al nichel si manifesta in prevalenza nei soggetti di genere femminile, probabilmente proprio a causa del fatto che le donne di solito indossino gioielli e utilizzino prodotti cosmetici più frequentemente rispetto agli uomini. Questo perché abbiamo a che fare con un’ allergia di accumulo, ovvero un tipo di allergia che si manifesta quando si supera una certa soglia dell’allergene all’interno dell’organismo: più entriamo in contatto con prodotti e ingeriamo alimenti che contengono nichel, più aumenta la percentuale di questo metallo nell’organismo, scatenando così la sintomatologia.
In questa pagina puoi trovare molte informazioni utili, affrontate soprattutto dal punto di vista del biologo nutrizionista, una figura fondamentale nel trattamento dell’allergia al nichel, al quale bisogna necessariamente rivolgersi nel caso in cui si soffra di tale patologia.
Ci auguriamo che tu possa trovare ciò che stavi cercando riguardo all’allergia la nichel, oltre a sapere adesso a chi rivolgerti per ottenere un consulto specialistico e una dieta personalizzata che tenga conto del tuo personale stato di salute.
Che cos'è il nichel?
Il nichel è un metallo bianco argenteo, isolato per la prima volta nel 1751 ed è uno degli elementi più diffusi sulla terra.
Per le sue caratteristiche (duttilità, buona conducibilità termica, resistenza e durezza moderate e debole conducibilità elettrica) è utilizzato in un’ampia gamma di leghe metalliche, tra le quali l’acciaio inossidabile (ferro/nichel/cromo), in composti chimici e come rivestimento.
Esempi di prodotti che contengono il nichel
Numerosissimi oggetti, tra i quali utensili, chiavi, bulloni, giocattoli, montature di occhiali, monete, orecchini, collane, ganci, bracciali, bottoni, attrezzature domestiche ecc, sono spesso nichelati.
Tali oggetti possiedono delle volte un rivestimento di cromo, argento o oro che, se presente con uno spessore adeguato, è in grado di ridurre, ma non eliminare totalmente, la formazione di ioni di nichel quando entrano in contatto con il sudore.
Il nichel si libera anche da tegami di acciaio inossidabile in acqua bollita a Ph acido (la cottura di alimenti con Ph molto acido favorisce il rilascio del nichel), anche se tale rilascio è di entità molto contenuta, infatti al riguardo il dibattito è ancora aperto, per alcune fonti il contributo di quotidiano di nichel rilasciato da pentole, padelle, tegami ed utensili da cucina sarebbe del tutto trascurabile.
Come vedremo più avanti non esiste una soglia ben definita della quantità giornaliera di nichel che un individuo allergico può assumere, dipende molto da caso a caso, l’importante è sapere dove si trova il nichel, evitare gli oggetti che lo contengono e, assieme all’aiuto di un nutrizionista, seguire una dieta personalizzata in base alla sensibilità individuale, poiché è attraverso l’alimentazione che introduciamo quantità importanti di nichel che possono dare il via a delle reazioni allergiche sistemiche.
Non esiste una soglia ben definita della quantità giornaliera di nichel che un individuo allergico può assumere
Calibrare il giusto dosaggio del nichel è molto complesso, benché si conoscano gli alimenti che sono ricchi di nichel, e questo perché anche nello stesso tipo di alimento il contenuto può variare. Ma di questo ne riparleremo più avanti.
Inoltre va detto che è cosa frequente riscontrare il nichel, come impurità, anche in prodotti di uso domestico, sia liquidi che sotto forma di polveri.
Ma non solo, è importante essere consapevoli del fatto che il nichel viene introdotto nell’organismo anche attraverso il fumo delle sigarette, cosmetici e altri prodotti che utilizziamo per l’igiene personale, come saponi, sciampi, profumi, deodoranti, smalti, tinture per capelli, dentifrici, ecc.
Quali sono le reazioni allergiche al nichel?
Sintomi cutanei
L’allergia al nichel si può sviluppare dopo ripetuti o prolungati contatti cutanei con oggetti metallici.
Prima che gli ioni metallici siano in grado di causare una risposta immunitaria a livello cutaneo, è necessario che penetrino lo strato corneo. Numerosi fattori sono quindi in grado di influenzare tale passaggio (es. dose, dimensioni, Ph, sito anatomico, età della cute, ecc) e la permeazione degli ioni nichel sembra essere strettamente correlata alla capacità di ossidazione del sudore.
Esempi di reazione allergica al nichel
La fase acuta della dermatite è caratterizzata da eritema, edema, vescicole, mentre la fase cronica da cute secca e fissurata.
Fattori che favoriscono l’allergia
L’allergia è favorita da caldo, umidità, sudorazione, frizione ed occlusione ed è influenzata da tutti gli eventuali fattori che siano in grado di aumentare la capacità di penetrazione dell’allergene e di alterare l’efficacia della barriera cutanea.
Le sedi più comunemente colpite sono le pieghe dei gomiti, il collo, l’interno coscia, il palmo delle mani, i margini laterali delle dita e le piante dei piedi. Questa forma allergica è definita dermatite da contatto (ACD – Allergic Contact Dermatitis).
Altre immagini dei sintomi dell'allergia al nichel sulla pelle
Patch-test
Per diagnosticare la dermatite dovuta al nickel si ricorre al patch-test epicutaneo. È l’unico test specifico e attendibile per l’ ACD, esplora le reazioni locali di ipersensibilità ritardata, cellulo‐mediata. Il test riproduce la circostanza di un’esposizione della persona al metallo, cioè il contatto cutaneo.
Il patch test evidenzia una condizione di sensibilizzazione; un risultato positivo non è necessariamente un indicatore di malattia clinica (sensibilizzazione non significa allergia).
La rilevanza clinica della positività al patch-test per il nichel deve essere sempre accertata, ma va detto che vi è, in ogni caso, un alto grado di concordanza fra il dato anamnestico di esposizione al nickel ed il risultato del patch test, ovvero: è molto probabile che se il risultato al patch-test è positivo, il soggetto risulti effettivamente allergico al nichel.
La sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS)
Oltre a una manifestazione di tipo cutanea, il nichel può provocare anche risposte extra-cutanee come:
- sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, gonfiore e tensione addominale, stipsi, pirosi)
- sintomi respiratori (rinite e asma)
- sintomi neurologici (cefalea, capogiri e vertigini)
- sintomi generali (febbre, fibromialgie, artralgie, sindrome da stanchezza cronica, insonnia).
Quando sono presenti più tipologie di sintomi si parla di sindrome da Allergia Sistemica al Nichel (SNAS).
Test intolleranza al nichel
La sindrome di allergia sistematica al Nichel (SNAS) può essere diagnosticata grazie a un innovativo test: Test per l’intolleranza al Nichel. Attraverso un piccolo campione ematico e in pochi minuti, ci permette di valutare la presenza o meno di nichel nel sangue e la sua positività comporta la definizione della sindrome conclamata. A questo punto, il soggetto va trattato da un punto di vista alimentare, per ridurre il più possibile la concentrazione di Nichel e permettere alla sintomatologia di migliorare o addirittura scomparire.
Perché fare questo test?
A causa del loro potenziale effetto dannoso sulla salute dell’uomo, è sempre maggiore la preoccupazione da parte della comunità scientifica per l’aumento di prodotti contenenti nichel.
Questo elemento è riconosciuto come interferente endocrino; l’Unione Europea definisce interferente endocrino “una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”.
Ancora non completamente conosciuti oltre che ampi e eterogenei, gli interferenti endocrini sono sostanze di vario tipo: contaminanti ambientali persistenti, composti utilizzati come fitosanitari o antiparassitari, composti utilizzati in prodotti industriali e di consumo, composti naturali come i fitoestrogeni.
La valutazione dei possibili rischi associati all’esposizione ad interferenti endocrini, essendo così ampio il gruppo di sostanze che rientrano in questa categoria, riguarda diversi ambiti: ambiente, alimentazione, stili di vita, ecc.
Il nichel sembra essere implicato nella fertilità, nella patogenesi del carcinoma mammario in qualità di metalloestrogeno, nei distiroidismi, alterazione della regolazione glicemica, fibromialgia e colite spastica.
Quali alimenti contengono nichel?
Il nichel è un metallo presente nel suolo, nell’acqua e nell’atmosfera e di conseguenza lo troviamo in tutti gli alimenti di origine vegetale con un contenuto che varia tra 0.5 mg/kg e 5 mg/kg, ma può essere anche più elevato in alcune aree geografiche, inoltre è maggiore nei vegetali coltivati in primavera e autunno mentre dimezza durante l’estate. Nei tessuti animali varia tra 0.1 mg/kg e 5 mg/kg.
La tabella con gli alimenti ricchi di nichel
In questa pagina è possibile scaricare in formato pdf la tabella con l’elenco dei principali alimenti della nostra alimentazione quotidiana con la relativa indicazione del contenuto di nichel medio. Come possiamo leggere sul documento, ci sono alcuni alimenti che sono molto ricchi di nichel, tuttavia, la quantità che utilizziamo in cucina è molto limitata a livello di peso, pertanto il loro contributo in termini assoluti di nichel resta minimo.
Per poter scaricare la tabella e salvarla sul proprio dispositivo, è sufficiente premere o cliccare il pulsante sottostante:
Leggi tutto l’articolo e, se pensi che possa essere utile anche a qualcun’altro, non esitare a condividerlo sui social!
Ricevere l’informazione giusta al momento giusto può fare la differenza!
Bisogna rinunciare completamente a legumi, cioccolato e altri alimenti con alto contenuto di nichel?
Questa è una domanda che viene fatta spesso (più che una domanda è una vera e propria paura!) e la risposta è semplice: NO!
L’importante è seguire una dieta bilanciata
L’importante è seguire una dieta bilanciata, con un apporto controllato di alimenti che contengono molto nichel, una dieta che può anche variare nel corso del tempo.
Pertanto non bisogna temere il rischio di dover eliminare completamente determinati cibi, ma bisogna tener conto dello stato di salute complessivo e della sensibilità del proprio organismo, anche in funzione del fatto che un soggetto possa avere o meno altre allergie e/o ulteriori problemi di salute.
Esiste una cura?
Attualmente una cura definitiva per l’allergia al nichel non esiste.
In fase sperimentale da alcuni anni si sta provando una terapia desensibilizzante che sta dando buoni risultati, ma ancora non è risolutiva ed efficace per tutti i pazienti. È in grado di diminuire e in alcuni casi eliminare i sintomi gastrointestinali dovuti all’ingestione di alimenti ad alto contenuto di nichel, così come alcune reazioni sistemiche, desensibilizzando il soggetto, ma per quanto riguarda la dermatite da contatto non pare fino ad oggi avere grossi risultati.
Come intervenire
La terapia farmacologica
Si può intervenire con dei farmaci come gli antistaminici e il cortisone per migliorare i sintomi, ma ad oggi non esiste un farmaco che blocchi la reazione e che curi l’allergia al nichel.
Come detto in precedenza, In Europa e anche in Italia, esistono degli interventi di tipo ipo-sensibilizzanti orali in fase ancora di sperimentazione ma che comunque hanno riportato degli esiti positivi in termini di riduzione della sintomatologia gastro-intestinale, permettendo così l’ingestione di una più ampia gamma di alimenti.
La flora intestinale
Un altro passo importante in tal senso è stato fatto pensando di ripopolare la flora intestinale, il cosiddetto microbioma intestinale, potenziando così a sua volta il sistema immunitario.
La dieta per chi è allergico al nichel
Il primo approccio è sicuramente di tipo dietetico mirato a un basso contenuto, per quanto possibile, di nichel.
Pertanto è del tutto impensabile di escluderlo totalmente dall’alimentazione, visto che si trova davvero ovunque da concentrazioni più basse a quelle più elevate. Inoltre, anche a causa della variabilità di sintomi non si può oggettivamente indicare un valore soglia di assunzione massima per l’individuo.
Non è possibile eliminare totalmente il nichel dall’alimentazione, ma una dieta a basso contenuto di nichel è indicata.
Dai dati emersi dalla letteratura scientifica è possibile però far riferimento a un valore massimo che si aggira intorno ai 150-200 mcg giornalieri, ovviamente sono valori da contestualizzare alla storia clinica del paziente e nel tempo la tollerabilità va monitorata.
Cosa succede se non si segue una dieta specifica?
Non seguire un regime alimentare con la riduzione del nichel non comporta danni importanti e deleteri per l’organismo, infatti molto spesso per migliorare la compliance del paziente è necessario fare delle prove con gli alimenti ad esempio semplicemente introducendo alimenti con una maggiore concentrazione di nichel ma in dosi molto basse ed osservare le reazioni.
Si tenga conto che si tratta di sintomi che, comunque, non sono certo pericolosi come può essere l’ingestione di glutine in un soggetto celiaco e sono solo transitori, quindi fare delle prove non è né pericoloso né problematico, ma è anzi utilissimo per migliorare il benessere del paziente.
Inoltre, si è osservato in letteratura che il controllo alimentare sulla quantità di nichel assunta con la dieta, pare non abbia sempre effetti positivi su tutti i sintomi, ha effetti preventivi verso i sintomi cutanei e gastrointestinali, ma sembra non portare miglioramenti nei sintomi respiratori e neurologici.
Affidati ad un professionista
Nel caso tu abbia bisogno di altre delucidazioni non esitare ad inviarci un messaggio. Ma il consiglio migliore che ti possiamo dare, soprattutto se abiti vicino Melfi, ma anche se vieni dalla provincia di Avellino o di Foggia, e stai cercando un bravo nutrizionista, è quello di rivolgerti a noi per fissare quanto prima un’appuntamento per una visita specialistica nutrizionale.
Puoi prenotare chiamando allo 0972-236881, oppure visitando la pagina dei contatti.
Caterina Mastrogiacomo, biologa nutrizionista.
La d.ssa Mastrogiacomo è una biologa nutrizionista, particolarmente preparata in merito alle intolleranze alimentari, esperta soprattutto riguardo alle diete senza glutine per le persone celiache, in quanto lei stessa celiaca e, pertanto, ben consapevole non solo di tutti gli aspetti nutrizionali al riguardo, ma anche di ciò che sono le implicazioni pratiche e psicologiche che devono affrontare i pazienti celiaci.
In Polimedica svolge la propria attività affiancando anche gli specialisti delle altre branche mediche, offrendo così ai pazienti una consulenza dietetica a 360 gradi e su misura per ogni caso.
Bibliografia di riferimento
- PUBMED: Prevalence of nickel allergy in Europe following the EU Nickel Directive – a review.
Malin G. Ahlström , Jacob P. Thyssen, Torkil Menné and Jeanne D. Johansen Department of Dermatology and Allergy, National Allergy Research Centre, Herlev and Gentofte Hospital, University of Copenhagen, 2900 Hellerup, Denmark.
© 2017 John Wiley & Sons A/S. Published by John Wiley & Sons Ltd
- PUBMED: Contact allergyto a meteorite: An interesting consequence of nickel allergy.
Institute of Clinical Medicine, Clinic of Infectious and Chest Diseases, Dermatovenereology and Allergology, Centre of Pulmonology and Allergology, Vilnius University, Vilnius, Lithuania. JUL 2018
- MEDLINE: Cytokine patterns in vitro, in particular IL-5/IL-8 ratio, to detect patients with nickel contact allergy. Journal Of The European Academy Of Dermatology And Venereology: JEADV [J Eur Acad Dermatol Venereol] 2018 Sep; Vol. 32 (9), pp. 1542-1548. Date of Electronic Publication: 2018 Mar 26.
- Bielicka-Giełdoń A., Ryłko E. (2013) “Estimation of Metallic Elements in Herbs and Spices Available on the Polish Market”. J. Environ.
- NATURE- Da Mata Perez L., Tavares França A., Zimmerman J.R. (2015) “Systemic nickel allergy syndrome”. World Allergy Organization Journal, 8(Suppl 1):A89.
- Goldenberg A., Jacob S.E. (2015) “Update on Systemic Nickel Allergy Syndrome and Diet”. Ann. Allergy Clin. Immunol.
Buonasera dottoressa… Avrei bisogno di un consiglio, dato che non ho trovato un nutrizionista esperto sull allergia al nickel da ingerimento… Sono in attesa di 4mesi,dovrei prendere le vitamine che bisogna prendere, mi hanno prescritto multicentrum mamma ma vorrei sapere se posso assumerlo o c è qualcosa di specifico per questa allergia da poter prendere… Ho anche l intolleranza al lattosio…
Salve signora Pamela, abbiamo interpellato la dottoressa Mastrogiacomo per poterle dare una risposta alla sua domanda.
La dottoressa conferma che può prendere senza problemi ciò che le è stato prescritto, poiché l’integratore in questione può essere assunto senza problemi per il nichel.
Grazie per averci scritto, restiamo a disposizione per altre eventuali richieste.
Saluti e buona lettura degli articoli del nostro sito 🙂
Ok perfetto grazie mille…
Salve dottoressa, ho scoperto da circa 5 mesi di essere allergica al nichel; sto assumento la zeolite 3 caps ad ogni pasto da circa 4 mesi; posso continuare ad oltranza o devo fare delle sospensioni?
Grazie
Salve, la zeolite va sospesa per alcuni periodi. Si fanno dei cicli di 3-4 volte all’anno.
Buongiorno Dottoressa
mio marito ha fatto il patch test 2 settimane fa da cui è risultato allergico al nichel.
Volevo sapere se facendo il patch-test ha accumulato molto nichel perchè i suoi sintomi da allora sono molto peggiorati.
grazie